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Il cammino verso la genitorialità è un’esperienza carica di emozioni, che può richiedere forza, pazienza e il supporto di specialisti. Grazie alla PMA, molte coppie possono intraprendere un percorso su misura per realizzare il sogno di avere un figlio.
Per molte donne, intraprendere un percorso di PMA significa affidarsi a trattamenti ormonali mirati, spesso con speranza ma anche con qualche timore. La presenza di condizioni benigne, come fibroadenomi al seno o miomi uterini, infatti, può alimentare domande sulla sicurezza di questi trattamenti e sugli effetti che potrebbero avere sul proprio corpo nel tempo.
Questo articolo, che è stato realizzato grazie al prezioso contributo di BioTexCom Italia, clinica specializzata in PMA, approfondisce le evidenze scientifiche per fare chiarezza e fornire risposte rassicuranti.
Fibroadenomi e PMA: c’è un rischio oncologico?
I fibroadenomi mammari sono formazioni benigne che si riscontrano frequentemente nelle donne in età fertile. La loro presenza non è generalmente associata a un aumento significativo del rischio di sviluppare un tumore al seno, sebbene alcune varianti istologiche, come i fibroadenomi complessi, possano presentare un rischio leggermente maggiore.
Un interrogativo ricorrente riguarda l’influenza della stimolazione ormonale, necessaria per la PMA eterologa, su un possibile aumento di questo rischio in presenza di fibroadenomi. Studi epidemiologici indicano che la stimolazione ormonale a breve termine, utilizzata nella PMA, non ha un impatto rilevante sull’incidenza di tumori al seno nelle donne senza una predisposizione genetica.
È però importante sottolineare che per le donne portatrici di mutazioni genetiche, come BRCA1 o BRCA2, il rischio di cancro al seno è già più elevato, quindi qualsiasi trattamento ormonale deve essere valutato con attenzione. In definitiva, per le donne senza mutazioni genetiche predisponenti, la PMA eterologa in presenza di fibroadenomi non è considerata un fattore di rischio oncologico significativo..
Miomi uterini e rischio neoplastico in PMA
I miomi uterini, noti anche come fibromi, sono tumori benigni del miometrio e non sono considerati precursori di tumori maligni. Tuttavia, la stimolazione ormonale utilizzata nei protocolli di PMA può influenzare la loro dinamica.
La terapia ormonale per la PMA potrebbe favorire un aumento del volume dei miomi, il che potrebbe influenzare l’impianto dell’embrione o aumentare il rischio di aborto spontaneo. È fondamentale, quindi, valutare attentamente la posizione e le dimensioni dei miomi prima di intraprendere un percorso di fecondazione assistita.
Un’altra preoccupazione riguarda la possibilità che un mioma benigno possa trasformarsi in una neoplasia maligna, come il leiomiosarcoma. Tuttavia, il rischio di trasformazione maligna di un mioma è estremamente basso, inferiore allo 0,1%. È importante sottolineare che il leiomiosarcoma è una neoplasia rara e, spesso, la sua diagnosi può essere confusa con quella di un mioma.
Alla luce di quanto detto, è possibile affermare che la presenza di miomi non costituisce un rischio oncologico significativo per le donne che desiderano sottoporsi a PMA eterologa. Tuttavia, una valutazione approfondita della loro posizione e dimensione è essenziale per prevenire possibili complicazioni durante la gravidanza.
Le donne con fibroadenomi o miomi che desiderano affrontare un percorso di PMA eterologa devono seguire un iter attento, valutando con il proprio medico ogni aspetto legato alla loro condizione.
La prima tappa riguarda la salute del seno: un’ecografia mammaria o una risonanza magnetica permettono di individuare eventuali fibroadenomi complessi o altre alterazioni che richiedono approfondimenti.
Per quanto riguarda la sfera ginecologica, l’ecografia transvaginale è utile per verificare la presenza, la posizione e la grandezza dei miomi. Queste informazioni permettono di valutare se possano interferire con l’impianto embrionale o con il decorso della gravidanza. Se i miomi sono voluminosi o causano sintomi importanti, è opportuno considerare un trattamento specifico prima di iniziare il percorso di procreazione assistita.
Chi ha una storia familiare di tumori al seno o all’utero dovrebbe prendere in considerazione una consulenza oncogenetica. L’analisi di eventuali mutazioni nei geni BRCA1/2, TP53 e altri può fornire indicazioni utili per la gestione della propria salute a lungo termine.
Ogni decisione va presa insieme a un’équipe medica esperta, in modo da pianificare il trattamento più adatto e ridurre al minimo i rischi.
Un confronto approfondito permette di affrontare la PMA con maggiore consapevolezza e serenità, sapendo di aver valutato ogni elemento necessario per tutelare la propria salute e quella del futuro bambino.
Un percorso consapevole verso la maternità
Gli esperti di BioTexCom Italia, ci confermano che affrontare un percorso di PMA eterologa quando si hanno fibroadenomi o miomi significa prendere decisioni informate, affidandosi a medici esperti che possano guidare ogni passaggio con precisione e competenza.
La scienza ha fatto chiarezza: non esiste un collegamento diretto tra la stimolazione ormonale e un aumento del rischio oncologico, ma è sempre necessario un controllo attento per gestire al meglio ogni variabile.
Oggi, le tecnologie diagnostiche permettono di ottenere informazioni dettagliate sullo stato di salute dell’utero e del seno, offrendo strumenti sempre più accurati per valutare ogni condizione con la massima affidabilità. Ciò consente non solo di escludere eventuali fattori di rischio, ma anche di personalizzare il percorso in base alle esigenze di ogni paziente, riducendo il margine di incertezza e migliorando le prospettive di successo.
La scelta di intraprendere la PMA è il risultato di un percorso fatto di consapevolezza, confronto e valutazioni oggettive. Affidarsi a specialisti qualificati significa non solo ricevere risposte chiare, ma anche vivere questo cammino con maggiore tranquillità, sapendo di poter contare su strategie sicure e protocolli sempre più avanzati.
Domande frequenti sulla PMA eterologa e il rischio neoplastico
La stimolazione ormonale per la PMA eterologa aumenta il rischio di tumori?
Gli studi scientifici attuali non indicano un aumento significativo del rischio oncologico legato alla stimolazione ormonale necessaria per la fecondazione assistita. Tuttavia, è fondamentale che ogni donna si sottoponga a controlli regolari per escludere eventuali condizioni preesistenti che potrebbero richiedere un monitoraggio più attento.
Chi ha fibroadenomi o miomi può sottoporsi alla PMA eterologa senza rischi?
La presenza di fibroadenomi o miomi non preclude il ricorso alla PMA, ma è essenziale una valutazione specialistica. Nel caso dei fibroadenomi, un’ecografia mammaria o una risonanza magnetica possono escludere alterazioni sospette. Per i miomi, un’ecografia transvaginale consente di stabilire dimensioni e localizzazione, così da verificare se possano interferire con l’impianto embrionale o con il decorso della gravidanza.
Se in famiglia ci sono stati casi di tumore al seno o all’utero, è necessario fare esami genetici prima della PMA?
In presenza di una storia familiare di tumori ginecologici, una consulenza oncogenetica può aiutare a valutare il rischio ereditario. L’analisi di geni come BRCA1 e BRCA2 permette di comprendere meglio la predisposizione individuale e di adottare eventuali misure preventive, senza compromettere il percorso verso la maternità.
I miomi devono essere trattati prima di iniziare la PMA?
Dipende dalla loro posizione, grandezza e sintomatologia. Se i miomi sono piccoli e asintomatici, possono non rappresentare un problema. In caso contrario, il medico potrebbe suggerire un trattamento mirato per ridurre il rischio di complicazioni durante la gravidanza.
Quali controlli sono consigliati prima di iniziare la PMA eterologa?
Oltre agli esami di routine, è opportuno eseguire un’ecografia mammaria o una risonanza magnetica in caso di fibroadenomi e un’ecografia transvaginale per monitorare eventuali miomi. Se vi è familiarità con patologie oncologiche, una valutazione genetica può fornire ulteriori indicazioni. Il confronto con un’équipe di ginecologi e oncologi permette di impostare il percorso più sicuro ed efficace, riducendo al minimo eventuali rischi.
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Sono blogger, giornalista e web content editor; contemporaneamente sono mamma di Luca e Viola: il tempo è poco, ma faccio i salti mortali per dare sempre il meglio! Il mio motto è “Chi la dura la vince”!