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Tra le tante tecniche di ricamo una delle più apprezzate è il punto croce. Questa specialità, ci tengo a sottolinearlo, non è nata come ricamo decorativo: i primi punti d’incrocio grossolani, infatti, erano utilizzati per tenere insieme le pelli per fare i primi abiti rudimentali. Nei secoli, tuttavia, questo tipo di lavorazione si è sempre più evoluto e raffinato fino ad arrivare alla tecnica di ricamo decorativo che conosciamo oggi. Scopriamo insieme la storia del punto croce!
Il punto croce decorativo: le prime testimonianze in Egitto
Le prime e rarissime testimonianze arrivate ai giorni nostri (in quanto sono utilizzate fibre naturali e quindi di difficile conservazione), di utilizzo del punto d’incrocio per scopi decorativi, risalgono a prima dell’anno 1000, sono state scoperte in alcune zone dell’Egitto.
Nel periodo medievale, il punto croce inizia il suo percorso di grande diffusione e, spinto dall’arte bizantina si diffonde in Europa, principalmente per la decorazione delle vesti ecclesiastiche.
Nel rinascimento poi diventa parte integrante dell’educazione femminile. Con gli imparaticci (insiemi di lettere e numeri), le ragazze apprendevano anche l’alfabeto. In questo periodo si diffonde inoltre l’usanza di apporre le proprie iniziali sulla biancheria.
Storia del punto croce dal 1500 in poi
Verso il 1500 iniziano a diffondersi schemi con motivi floreali e animali, via via sempre più complessi e realistici, per arrivare a rappresentare anche soggetti paesaggistici.
Con il boom dell’industria tessile e la conseguente propagazione di filati e tessuti diventa sempre più facile poter praticare questo hobby. Viene anche esportato e diffuso in america.
Agli inizi del XX secolo, il punto crocesubisce una battuta d’arresto; il movimento femminista ritiene questa attività troppo domestica e contraria all’emancipazione femminile.
Negli anni ’80 c’è una piccola ripresa; la complessità degli schemi e i colori utilizzati hanno raggiunto una definizione tale da sembrare veri e propri dipinti.
Le mamme e il punto croce
Capita spesso che una donna si avvicini al punto croce nel periodo della gravidanza. Nell’attesa del lieto evento, la futura mamma, infatti, è solita preparare il corredino impreziosendolo con il nome bimbo e qualche piccolo disegno.
Questo articolo è stato realizzato da Barbara
Mi chiamo Barbara, adoro leggere, pasticciare con Photoshop, le fate (ne ho una collezione) e da oltre 20 anni realizzo ricami a punto croce. Quando avevo 14 anni, ho trovato in casa un giornale di lavori femminili su cui c’era un braccialetto fatto a punto croce: da quel momento non mi sono più fermata e ho scoperto una grande passione.