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Nel momento in cui una coppia deve fare i conti con il problema dell’infertilità, un rimedio può essere individuato nella cosiddetta fecondazione assistita. Per gli esperti, tale opportunità deve essere presa in considerazione dalle coppie che non riescono ad avere figli nonostante rapporti non protetti nel corso dei 12 mesi precedenti. Una storia clinica di endometriosi potrebbe essere all’origine dell’infertilità, ma anche disfunzioni ormonali che non possono essere corrette con le terapie tradizionali o interventi pelvici precedenti.
Come funziona la fecondazione assistita
Nota anche con il nome di fecondazione artificiale, la fecondazione assistita può essere realizzata con metodi differenti, variabili anche in base al livello di complessità del problema.
Nei primi livelli le probabilità di successo sono pari a 1 ogni 10 per ciascun tentativo (nel caso dell’inseminazione intrauterina); nei secondi livelli, invece, salgono a 3 ogni 10 (nel caso della fecondazione in vitro). Tra i parametri che possono incidere sul tasso di successo c’è l’età della donna.
Quali tecniche vengono utilizzate
La fecondazione in vivo è una delle tecniche a cui si fa riferimento nell’ambito della fecondazione medicalmente assistita.
Il caso tipico è quello dell’inseminazione intrauterina, che avviene direttamente all’interno del corpo della donna, e in particolare prevede che gli spermatozoi del partner maschile siano inseriti nella cavità uterina in modo tale da rendere più probabile l’incontro con l’ovulo.
In alternativa, si può provare con la cosiddetta FIVET, che corrisponde alla fecondazione in vitro. Questa sigla è l’acronimo di fertilizzazione in vitro ed embryo transfer e consiste in un procedimento che avviene all’esterno del corpo della donna. Gli spermatozoi, infatti, fecondano l’ovulo in una provetta.
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A chi rivolgersi per usufruire della fecondazione assistita
Le coppie che desiderano una gravidanza e hanno bisogno di assistenza da questo punto di vista non devono far altro che rivolgersi a un centro di PMA, dove saranno seguite sin dal primo contatto per tutte le fasi del programma, fino alla diagnostica e ai successivi trattamenti che dovranno essere messi in atto.
La consulenza iniziale presuppone una accurata anamnesi che serve per programmare il percorso seguente, con la prescrizione di eventuali accertamenti e la definizione delle modalità di accesso ai trattamenti. Quando è prevista una procedura in vitro, si rende necessario un prelievo di ovuli, e in vari centri si può procedere con il congelamento degli stessi. La crioconservazione, per altro, può essere messa in pratica anche per gli spermatozoi e per gli embrioni da usare in seguito.

Sono blogger, giornalista e web content editor; contemporaneamente sono mamma di Luca e Viola: il tempo è poco, ma faccio i salti mortali per dare sempre il meglio! Il mio motto è “Chi la dura la vince”!