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Anemia nel neonato prematuro

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L’anemia nel neonato prematuro è una condizione che si riscontra nelle prime settimane di vita del bambino, il quale deve fare i conti con una graduale ma continua diminuzione dei valori dell’emoglobina.

In particolare, è tra la quarta settimana e l’ottava che l’anemia del prematuro risulta più evidente: in questo lasso di tempo, infatti, i valori dell’emoglobina raggiungono il punto più basso.

Le ragioni di tale condizione corrispondono in misura parziale con le cause dell’anemia dei nati a termine: in pratica, dopo il parto si verifica un calo consistente dell’attività eritropoietica, mentre i globuli rossi del sangue del bambino hanno una durata di vita limitata.

Le cause del problema

Per l’anemia di un neonato le cause sono da identificare anche nella mancata espansione del volume ematico che si dovrebbe accompagnare al veloce accrescimento.

Ma non è tutto, perché l’emoglobina bassa neonato è accentuata anche dal fatto che il piccolo prematuro deve sottoporsi a numerosi prelievi: si susseguono – infatti – nel tempo sottrazioni di sangue a scopo diagnostico, che non possono non incidere sul problema, a maggior ragione nel caso in cui si tratti di neonati che hanno ancora un peso modesto.

L’alimentazione del neonato prematuro

La terapia anemia pretermine presuppone un adeguamento della nutrizione. In particolare, nei primi giorni di vita essa avviene per via endovenosa, vale a dire per via parenterale.

Tale pratica si prolunga fino al momento in cui sarà possibile cominciare a usare il sondino per la nutrizione enterale. L’aumento di questo tipo di nutrizione nei primi giorni è impossibile a causa dello sviluppo delle funzioni gastriche e intestinali del bambino.

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L’alimentazione prematuri, inoltre, non può basarsi sulla suzione prima della 32esima o della 33esima settimana di gestazione, dal momento che non solo la suzione si dimostra inefficace, ma anche la coordinazione della deglutizione è problematica.

I sintomi dell’anemia nei neonati

Per l’anemia nei bambini i sintomi sono abbastanza evidenti. Oltre alla scarsa vivacità dei neonati, si notano capelli e unghie fragili, oltre a irritazioni degli angoli delle labbra o della mucosa della bocca.

La terapia

Nei neonati pretermine, tra la terza e l’ottava settimana di vita è raccomandata la somministrazione di ferro per via orale, a prescindere dall’età gestazionale e dal peso.

Per integrare il ferro si ricorre alla somministrazione per via enterale, ma nella comunità dei pediatri vi sono opinioni discordanti sia a proposito della durata della terapia sia relativamente alla dose che deve essere utilizzata.

Quel che è certo è che non si deve iniziare l’integrazione di ferro immediatamente dopo il parto, ma è preferibile cominciare, come si è detto, a partire dalla terza settimana. Può essere utile, inoltre, proseguire con questa somministrazione fino al compimento del primo anno di vita, se non addirittura fino al quindicesimo mese di età.

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