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Come spiegare il coronavirus ai più piccoli? Prima di tutto, scegliendo di essere sinceri e trasparenti, evitando gli allarmismi e provando a proporre soluzioni che permettano di intervenire in modo efficace. Si potrebbero suggerire ai bambini, per esempio, dei giochi che consentano loro di condividere i propri sentimenti di preoccupazione e di paura.
Per quanto le ricerche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità abbiano messo in evidenza che i bambini piccoli non corrono rischi per effetto del virus, vale comunque la pena di spiegare loro qual è la situazione del momento, perché sono stati costretti a rimanere a casa o perché mamma e papà per alcuni giorni hanno aderito alla formula dello smart working.
Stop alla psicosi collettiva
Il dialogo è il punto di partenza indispensabile per riuscire a contrastare in modo efficace la psicosi generalizzata che si è diffusa e che, per fortuna, sembra sul punto di attenuarsi.
Nel caso in cui i bambini abbiano dovuto saltare una settimana di scuola (non in tutte le regioni è successo), lo scambio comunicativo deve risultare ancora più approfondito.
Anche se il tema del coronavirus è delicato, questo non vuol dire che i bambini debbano esserne esclusi o non abbiano le capacità di comprenderlo.
Le buone abitudini
Ai piccoli bisogna segnalare alcune buone abitudini, che in realtà dovrebbero essere applicate sempre, ma che sono ancora più importanti in questi giorni di emergenza. Per esempio:
- prestare attenzione alle persone malate, mantenendosi a distanza di sicurezza ma senza farle sentire a disagio;
- lavarsi le mani con una certa frequenza e con cura, usando il sapone, perché i virus e i batteri restano incollati alla pelle;
- evitare di mettersi le mani in bocca, negli occhi o nel naso, che sono le parti del corpo più esposte al rischio di contagio.
Il coronavirus è pericoloso?
Gli adulti hanno avuto reazioni di panico nell’apprendere le notizie sul coronavirus, ma è essenziale che tale sentimento non venga trasmesso ai bambini.
A loro occorre far capire che si tratta di un virus nuovo e che, proprio per questo motivo, le persone sono prive di anticorpi: in pratica, non sono protette come avviene nel caso di una normale influenza.
Ciò, però, non deve spaventare i più piccoli, che devono sapere che esistono strutture e laboratori di ricerca grazie a cui gli scienziati hanno la possibilità di avere successo nella lotta contro il virus.
Che cosa devono capire i bambini
Quello che più conta, e che è necessario far capire ai bambini, è che prevenire la diffusione del contagio è soprattutto un atto di generosità nei confronti del prossimo.
Se i bambini, gli adolescenti e gli adulti sani in linea di massima non dovrebbero subire conseguenze negative in caso di contagio, il coronavirus può comunque essere rischioso per i nonni e per tutte le persone che hanno già altre malattie e, quindi, sono molto deboli.
Ai piccoli, insomma, occorre insegnare le buone pratiche da adottare anche per proteggere e tutelare le altre persone, anche se sconosciute.
Sono blogger, giornalista e web content editor; contemporaneamente sono mamma di Luca e Viola: il tempo è poco, ma faccio i salti mortali per dare sempre il meglio! Il mio motto è “Chi la dura la vince”!